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IL VILLAGGIO OPERAIO DI CRESPI D'ADDA

Il villaggio operaio di Crespi d’Adda, patrimonio dell’Unesco dal 1995, venne costruito tra il 1886 e il 1887 e prende il nome dal suo fondatore, l’imprenditore tessile Cristoforo Benigno Crespi, il progetto fu affidato poi al primo genito Silvio Benigno Crespi, che impiegò la conoscenza acquisita negli anni di studio all’estero, tra cui Francia ed Inghilterra, per rivoluzionare il concetto di vita imprenditoriale e operaia, il villaggio fu ultimato nel 1920 anno della morte del padre Cristoforo.

Inizialmente il progetto, iniziato da Cristoforo Benigno Crespi, ha visto la creazione dell’opificio e di due palazzine adibite ad alloggio per la classe operaia, nel 1889 con l’assunta direzione aziendale del figlio Silvio Benigno Crespi, probabilmente ispirato dalla filosofia anglosassone, le palazzine operaie cedettero il posto a villette bifamiliari, così da rendere più dignitosa la vita famigliare degli operai. Pur non essendoci documentazioni che provino il legame tra Massoneria e Crespi d’Adda, va considerata l’influenza che il pensiero Libero Muratorio diede dal XVIII secolo ai giorni nostri, infatti tale pensiero si distingueva da quello di matrice francese legato ai concetti di “Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, a quello inglese legato ai concetti di “Libertà, Tolleranza e Fratellanza”; Ciò rende interessante l’approfondimento culturale e filosofico dell’urbanistica del villaggio e dello stile di vita promosso dalla famiglia Crespi che,  pur mantenendo ben distinte le posizioni sociali, riuscì a creare una micro realtà perfettamente armonizzata. Silvio Benigno Crespi, realizzo un'opera urbanisca e sociale capace di unire l’aspetto pratico e lavorativo di una realtà industriale, all’aspetto simbolico ed esoterico di una società iniziatica, infatti il villaggio di Crespi d’Adda può essere considerato come un simbolo del percorso terreno dalla nascita alla morte.Infatti entrando nel villaggio si nota subito l’immensità dell’opificio (Simbolo del Lavoro dell'uomo) con l’enorme camino che sovrasta su tutto il panorama, subito vicino le villette bifamiliari destinate alla classe operaia, munite di giardino e di orto che erano considerate un lusso per i tempi; Dopo le bifamiliari operaie, un po’ più distanti dall’opificio troviamo le ville dirigenziali, poi nella zona sopraelevata del villaggio ci sono la casa del medico e del prete, come se dall’alto dovessero vegliare  sulla salute fisica e spirituale degli abitanti. Non passa inosservata la residenza padronale della famiglia Crespi, un vero e proprio castello  in mattoni di stile medievale con tanto di Torre. Anche se nell'urbanistitica del villaggio sono ben evidenti le posizioni sociali, ognuna di esse assume una propria importanza, ciascuna con un ruolo ben preciso, esattamente come i componenti di un orologio, insomma un vero e proprio esempio di tolleranza "anglosassone" , che fa  delle diversità, un elemento da valorizzare, impiegando ciascuno a seconda delle capacità.Anche se ai giorni nostri certe cose le diamo per scontato, va tenuto conto che stiamo parlando di un periodo storico dove l’istruzione, la dignità lavorativa e la salute erano di rado  tutelati, mentre chi viveva a Crespi d’Adda, godeva di una scuola, una colonia estiva per i figli dei dipendenti, una chiesa, bagni pubblici, una piscina con acqua calda, uno spaccio alimentare, un ospedale, un centro sportivo, un teatro e molti altri servizi. Anche i diritti dei lavoratori venivano tutelati, con orari di lavoro ridotti  e una buona copertura sanitaria. Dopo una Vita vissuta dignitosamente, resta inevitabile la Morte che a Crespi d'Adda è simboleggiata dal bellissimo cimitero monumentale caratterizzato dagli stessi concetti del villaggio operaio, solo che al posto dell'immenso castello troviamo un'altrettanto stupefacente mausoleo, di forma simile ad  una piramide cambogiana o ziggurat, che poggia su tre cubi con in cima tre statue rappresentanti le tre Virtù Teologali “Fede, Speranza e Carità”, il mausoleo si estende verso il resto del cimitero con una struttura semi circolare come se  abbracciasse le croci di pietra delle lapidi dei defunti abitanti del villaggio operaio.

SIMBOLOGIA ALL’INTERNO DEL VILLAGGIO OPERAIO DI CRESPI D’ADDA

“L’architettura è il quadro di vita che una società si assegna” Cit.  Saskia Sassen.


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IL MAUSOLEO

- Omissis- Il mausoleo si erge su un forte basamento in pietra in conglomerato cementizio accessibile per mezzo di un'ampia scalinata centrale e da due laterali. La porta d'ingresso è contornata da una preziosa cornice in pietra lavorata, e sormontata da un frontone. Sopra questo vi sono molti simboli come la ghirlanda, la squadra, il martello, e ancora sopra delle statue raffiguranti l'operosità ed il lavoro. Tutta la costruzione è conclusa dal simbolo della croce. Ai lati del mausoleo sorgono due ali ellittiche che simboleggiano un pio abbraccio rivolto a tutto il paese. – omissis –

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IL COTONIFICIO

Il cotonificio o opificio è caratterizzato dalla ciminiera che sovrasta il paese, dalle palazzine che ospitavano gli uffici direzionali e un orologio simbolo del tempo, da rosoni circolari contornati da una stella ad 8 punte creata da 2 quadrati sovrapposti, simbolo della vita e del lavoro dell’uomo, ci introducono nel pensiero metafisico che univa la visione illuminata al progetto che si è poi concretizzato

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LA CHIESA

-Omissis- Costruita tra il 1891 e il 1893, ha una pianta quadrata con un basamento in ceppo dell’Adda e culmina in un’ampia cupola ottagonale, circondata, nella parte esterna, da un loggiato ingentilito da colonnine in marmo. All’interno, le piccole dimensioni dell’edificio lo rendono raccolto e suggestivo. Le ricche decorazioni delle pareti interne ricalcano in modo pressoché fedele quelle della chiesa bustocca, e raggiungono l’apice nella cupola, nella rappresentazione di un cielo stellato in una notte serena. Le stelle dorate, realizzate in stucco rilevato in ciascuno degli otto spicchi in cui è divisa la cupola, sono sempre trentatré, uno dei numeri a significato simbolico teologico della cultura medioevale e rinascimentale. Nella parte inferiore delle otto vele della cupola si aprono altrettanti loculi che danno sulla soggetta esterna e sono fiancheggiati da sibille alternate a profeti. -Omissis-

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